venerdì 30 settembre 2016

Usa i social network per aumentare il traffico del tuo e-commerce

Fonte articolo: https://www.studiosamo.it/social-media-marketing/aumentare-il-traffico-del-tuo-e-commerce/

Vuoi aumentare il traffico del tuo e-commerce e hai individuato la ricetta: lavorare con una strategia definita, senza improvvisare. Perché questa è la verità: aprire uno shop online non vuol dire pubblicare le schede e sedersi in poltrona aspettando le vendite.
Un e-commerce è come un negozio reale, ha bisogno di investimenti e attenzioni. Con una differenza importante: non sei legato al luogo fisico, puoi raggiungere tutto il mondo. Almeno in linea ipotetica, questo è chiaro. Devi portare le persone giuste sulle pagine, e per aumentare le visite puoi usare metodi differenti.
Una buona ottimizzazione SEO è indispensabile, lo stesso vale per il blog aziendale: queste soluzioni portano traffico alle schede e alle categorie del tuo shop. Ma hai un’altra risorsa da sfruttare: i social network. Grazie a Facebook, Twitter, Pinterest e Google Plus puoi fare la differenza. Vuoi qualche consiglio? Ecco come aumentare il traffico del tuo e-commerce.

Usa i bottoni di condivisione

Il primo passaggio per intervenire sul traffico è semplice: devi ottimizzare l’e-commerce rispetto a un bisogno chiaro: la condivisione. Le persone vogliono mostrare i tuoi contenuti, vogliono portare schede e pagine sulle proprie bacheche. Come? Con i pulsanti, basta un click per ottenere una condivisione. E quindi ridefinire aumentare le visite.
La soluzione per scegliere questi bottoni? Usa plugin che sfruttano il codice nativo e assicurati che ci sia il counter: il numero delle condivisioni influenza il comportamento e spinge verso la riprova sociale. Le persone si fidano e seguono la massa.
Tutto questo si amplifica se aggiungi la fiducia. Quindi ti lascio un consiglio: nelle schede prodotto usa il pulsante Mi Piace di Facebook che mostra il volto di chi ha espresso il proprio giudizio. Così umanizzi l’esperienza, l’azione. Dai un messaggio in più a chi cerca rassicurazioni.

Ottimizza i post che pubblichi sui social

Il miglior modo per aumentare il traffico del tuo e-commerce? Ottimizzare i post sui vari social media. Ogni attività che metti in pratica sui tuoi canali deve seguire regole ben precise per spingere l’utente verso il click:
  • Usa un’immagine di qualità.
  • Inserisci una didascalia con una call to action.
  • Ottimizza la preview del link.
Questi sono dei consigli di massima che devono essere declinati rispetto alle diverse piattaforme. Ad esempio Twitter: come migliorare i click su questo social network? E Facebook, invece? Per dare una risposta a queste domande bisogna analizzare i casi, e dividere il tema in argomenti specifici.

Ottimizza i contenuti visual

social network e-commerceNon c’è molto da aggiungere: il visual funziona sui social. Comunica con una velocità e un’efficienza diversa. Se vuoi catturare l’attenzione devi lavorare su questo punto. E lo devi fare creando un percorso narrativo, un visual storytelling capace di emozionare e informare allo stesso tempo.
Immagini, anteprima dei link, copertine delle pagine e grafiche advertising: in questi casi è utile avere un grafico capace di trasformare in realtà le tue esigenze di social media manager. Devi fare diversamente? Usa Canva, il tool perfetto per creare delle grafiche di qualità per i diversi social network.

Punta sul copy

Impossibile ignorare l’importanza delle parole quando vuoi migliorare le visite sul tuo e-commerce. Il visual e il copy lavorano insieme e spingono verso l’obiettivo deciso. Se l’immagine comunica attraverso forme e colori, la scrittura usa leve persuasive.
Qualche consiglio? Puoi usare delle call to action nelle didascalie per comunicare il vantaggio che si nasconde dietro l’azione. Io lavoro molto su questo punto: la chiamata all’azione deve essere un passaggio per dare un’idea precisa: “Visita il link e diventa un esperto SEO” potrebbe essere la call to action di un corso online. Non c’è solo un “Clicca sul link” anonimo ma una promessa, un benefit, un vantaggio.

Ottimizza la preview

Copy e visual devono essere un’unica cosa, questo è vero. Ma alla base c’è l’ottimizzazione della preview. Ovvero del link che viene ricavato dalla piattaforma. Il lavoro si concentra soprattutto sull’ottimizzazione dei meta tag: Facebook, Twitter e Google Plus riprendono questi dati per creare l’anteprima sulla bacheca. Ecco, quindi, un motivo in più per curare tag title e meta description: fa’ in modo che siano decisivi per i motori di ricerca ma anche per convincere le persone a cliccare.
A proposito, come si crea una preview? Su Facebook e Google Plus il processo è automatico (al massimo hai bisogno di Facebook Debug per cancellare i dati in cache) ma con Twitter ci sono dei passaggi extra. Devi attivare le Twitter Card: se usi WordPress puoi cliccare sull’opzione di WordPress SEO by Yoast, oppure sfruttare il codice nativo.

Usa la pubblicità

Le pubblicità sui social hanno scopi differenti. Un esempio? Facebook ha una piattaforma completa per settare gl iobiettivi dell’advertising in base alle tue esigenze. Puoi fare lead generation, spingere le vanity metric delle Fan Page e portare traffico sul tuo e-commerce. Un traffico virtuoso perché l’advertising ti consente di targettizzare con cura.
e-commerce
Ma soprattutto con l’adv puoi tracciare le conversioni, un dettaglio decisivo nel momento in cui lavori con l’e-commerce. Ricorda, questo è uno strumento pensato per vendere, per creare conversioni dirette e incisive.

Ci sono gli hashtag

Ogni piattaforma social ha la possibilità di ospitare gli hashtag. Hanno lo stesso valore? No, su Instagram gli hashtag svolgono una funzione differente rispetto a Facebook e Twitter. In ogni caso permettono al post di farsi trovare in determinate liste e possono portare i contenuti all’attenzione delle persone.
Il mio consiglio: usa gli hashtag per descrivere l’argomento e non per fare spam. Su Twitter, ad esempio, citazioni e hashtag veicolano un maggior numero di retweet. Dan Zarella ha messo insieme i suoi dati ed è arrivato a questa conclusione: “Tweets that contain one or more hashtags were 55% more likely to be ReTweeted than Tweets that did not”.

Metti al centro il pubblico

Con questo consiglio riassumo diversi aspetti del social media marketing prestato all’e-commerce. Cosa significa mettere al centro il pubblico? Lavorare sui dati per capire cosa vogliono gli utenti, e non usare le piattaforme solo per lanciare link alle schede. Spesso l’idea è questa: ho una pagina Facebook e la uso per vendere. Ma non funziona così, il social deve essere narrazione del brand: deve diventare un luogo di ritrovo.
Puoi vendere cuscinetti meccanici o abbigliamento e rispondere a necessità diverse. Guarda la pagina di H&M: in questo post c’è il link a una categoria di prodotti, ma la costruzione del post non punta sulla vendita diretta. Ma sulla costruzione di un’experience che tiene conto delle necessità del pubblico. Di quel pubblico.
social media
Ancora un esempio: la pagina Facebook di Amazon. Cosa vedi nei commenti? Una continua attività di interazione con chi commenta. Con un tone of voice amichevole, mettendo in primo piano le esigenze delle persone. In queste occasioni è importante dare una risposta alle domande e soddisfare le esigenze. Magari pubblicando dei link alle schede e aumentando così le visite all’e-commerce.

Vuoi aumentare il traffico del tuo e-commerce?

Lascia qui la tua opinione e i tuoi dubbi. In questo post ho elencato una serie di punti essenziali per spingere questa metrica importante, cercando di mettete in evidenza un punto essenziale: le visite come numero sono superflue. Quello che conta – su un e-commerce ma su tutti i progetti degni di questo nome – sono le conversioni. Parlo dei lead o delle vendite di un prodotto/servizio. Sei pronto per affrontare questo passaggio?

Penguin 4.0: in Real-Time e nel Core di Google!

Fonte articolo: http://blog.tagliaerbe.com/2016/09/penguin-4.html

Dopo mesi di attesa, anzi oserei dire anni (visto che l’ultimo update fu nell’Ottobre del 2014), il 23 Settembre 2016 Google ha annunciato ufficialmente che il Penguin è ora parte del suo core algorithm.
Prendendo spunto dall’annuncio ufficiale e da questo post di Jennifer Slegg, vediamo quali sono le novità e i dettagli di questa quarta (e ultima) release del tanto temuto Pinguino di Google, la cui prima versione risale al lontano Aprile del 2012.

PENGUIN FA PARTE DEL “CORE”

Come già successo per il Panda, ora anche il Penguin è stato integrato nell’algoritmo “core” di Google, assieme a tutti gli altri 200 e più famosi (e spesso sconosciuti) segnali.
In altre parole, da qualche giorno anche il Penguin è un componente stabile dell’algoritmo, e non è più un “filtro esterno” che veniva lanciato ogni tanto.

PENGUIN È ATTIVO IN TUTTE LE LINGUE

Google ha confermato che il nuovo Penguin è stato rilasciato contemporaneamente in tutte le lingue e in tutti i paesi.
In passato è capitato molto spesso che Google lanciasse i suoi update prima in lingua inglese, e settimane o mesi più tardi nelle altre lingue. In questo caso, invece, il rilascio è avvenuto nello stesso momento ovunque (pertanto anche in Italia).

PENGUIN È ORA IN REAL-TIME

Questa è la notizia che tutti i SEO stavano aspettando.
Da oggi non è più necessario attendere un nuovo refresh del Penguin per uscire da una precedente penalizzazione: ora il Penguin lavora in tempo reale, e quindi dovrebbe essere sufficiente una scansione/reindicizzazione della pagina “ripulita” dagli spam link in ingresso per riportarla nelle SERP del motore di ricerca.

PENGUIN È PIÙ “GRANULARE”

Google ha affermato che il Penguin is now more granular“ora il Penguin svaluta lo spam adattando il ranking in base ai segnali di spam, anziché interessare il ranking dell’intero sito.”
La frase, perlomeno a me, è risultata piuttosto ambigua. Jennifer Slegg ha chiesto a Google se con il termine “granularità” si intende che il Penguin può impattare sulle singole pagine del sito, per esempio a causa di link spammosi che colpiscono solo una singola pagina interna.
Un portavoce di Google le ha così risposto: “No, significa che ha effetti sulla granularità più fine rispetto ai siti. Non significa che ha effetti solo sulle pagine”.
Francamente questa dichiarazione mi ha confuso ancora di più, ma provo ad interpretarla così: se prima il Penguin tendeva a colpire l’intero sito web, ora può colpire indifferentemente singole sezioni del sito e/o singoli contenuti. O almeno spero di aver capito bene…

COSA FARE PER NON ESSERE PENALIZZATI DAL PENGUIN 4.0

La nuova versione dell’algoritmo di Google per la penalizzazione dei link di scarso valore è entrata ufficialmente in attività da pochi giorni, e già in rete si trovano una serie di dibattiti e opinioni tra loro discordanti. In questo paragrafo del post trovi alcuni consigli, forniti da Claudio Marchetti, su come scegliere nel migliore dei modi i backlink per i propri progetti.
Qualità e non quantità
Quando si avvia una campagna di link building, bisogna scegliere link di qualità e non cercare il maggior numero di link facendo incetta di quelli a basso prezzo. Poiché Google continua a migliorare il suo algoritmo per la verifica dei backlink, di sicuro si può evincere che questo è uno dei fattori che maggiormente tiene in considerazione nelle sue valutazioni. Fare link building è costoso, ma è sicuramente una delle azioni a livello SEO che maggiormente può portare dei benefici nei posizionamenti del vostro sito internet. Scegliere dei link low budget perché tanto fanno numero, nel medio/lungo periodo può portarti a ricevere una serie di penalizzazioni.
Le directory non funzionano nel 2016
Una delle tante leggende urbane che si leggono nei vari commenti dei post di Facebook. Non funzionano le directory generaliste di scarso valore, ma ricevere un link da una directory verticale sull’argomento che trattiamo è sempre un plus in ogni strategia di link building.
Ogni link deve arrivare da un indirizzo IP e da un singolo dominio
Non sempre quest’affermazione è vera, anche in questo caso è da verificare con attenzione ogni singolo caso. Se si ricevono due link da Repubblica, dall’Huffington Post o da un’altra testata giornalistica con un’ottima autorità, Google sinceramente non vede la cosa in malo modo. In buona sostanza, anche questo fattore della link building è opinionabile in base alla situazione in cui ci si trova.
Guest post
Sviluppare una serie di contatti con blogger e siti inerenti il sito che dobbiamo posizionare, è il sistema migliore per riuscire a trovare persone disposte a pubblicare dei nostri contenuti. Contenuti che, al loro interno, conterranno un link verso una pagina del progetto su cui stiamo lavorando. Anche in questo caso, è importante scegliere con cura il sito che ospiterà il nostro guest post. Maggiore sarà la qualità del sito che c’invia il link, maggiore saranno i benefici che porterà al posizionamento del nostro sito.
Link earning e buoni contenuti
Creare dei contenuti di ottima qualità, che con il tempo possano far acquisire al sito dei link spontanei, è ancora una delle tattiche migliori di link earning. Anche se questa strategia può sembrare antiquata, insieme ai guest post è sicuramente il sistema migliore per incrementare il posizionamento di un sito in maniera naturale e al riparo dalle penalizzazioni.
PBN
Con la sigla PBN s’indica un insieme di siti utilizzati per creare dei link verso uno o più progetti. La particolarità di questi siti, è che chi li crea ha il pieno controllo sia sui contenuti sia sul tipo di link che si crea. Se usati nel modo migliore, possono portare un enorme valore alle strategie di link building. Se si utilizzano nel modo sbagliato, possono portare in poco tempo a ricevere una penalizzazione da parte del Penguin.

NON CI SARANNO ALTRI PENGUIN UPDATE!

Ora che il Penguin opera in tempo reale, ed è stato integrato nel core algorithm di Google, è finito anche il tempo in cui SEO e webmaster si tormentavano l’anima interrogandosi sui tempi e modi dei prossimi aggiornamenti, non sapendo se e quando sarebbero usciti da una eventuale precendente penalizzazione.
Considerando che sono quasi 2 anni che il Penguin non viene aggiornato, credo che assisteremo ad una bella rivoluzione in certe SERP… a meno che il rilascio non sia già iniziato nei primi giorni di Settembre (quando abbiamo assistito ad un discreto scossone). 😉

8 consigli per fare Instagram Marketing

Instagram è diventato un social strategico che può migliorare la riconoscibilità del tuo brand e far crescere il tuo business



Instagram oggi nel Mondo conta più di 500 milioni di utenti attivi mensilmente, 300 milioni dei quali sono attivi quotidianamente sull’app. Oltre 80 milioni di foto vengono condivise ogni giorno con più di 2.5 miliardi di like giornalieri. Negli ultimi due anni il numero di utenti attivi al mese è più che raddoppiato.
Restringendo le statistiche all’Italia, gli utenti attivi al mese sono 9 milioni ed è oggi la quinta app più scaricatadopo Whatsapp, Facebook, Google Search e Facebook Messenger.
Non c’è che dire, Instagram si sta consolidando sempre di più come una delle piattaforme social più importanti per finalità di marketing, facendo buona compagnia a Facebook, Linkedin, Youtube e Twitter.
Da oggi prova a considerare Instagram non solo come un semplice strumento per passare il tempo o divertirsi, un luogo in cui pubblicare le foto delle vacanze o delle serate con gli amici. Guardalo da un’altra prospettiva.
Instagram, a conti fatti, è diventato un social media strategico che può migliorare la riconoscibilità del tuo brand e far crescere il tuo business.
evoluzione degli utenti instagram dal 2013 ad oggi
Senza dubbio il solo utilizzo di questo social non farà diventare il tuo marchio famoso e riconosciuto da tutti, avrai sempre bisogno di una chiara e ben definita strategia di web marketing più ampia e multicanale (sito web, newsletter, advertising e altri social) in cui comunque Instagram può ricoprire un ruolo importante.
Ciò che ha reso Instagram così diffuso e così amato è sicuramente la sua fortissima componente visual. A differenza di altri social network come Facebook, Twitter, Linkedin o Google Plus, la sua forza risiede totalmente nelle immagini e nei video brevi.

Ma perché le foto e i video sono così importanti?

  • Trasmettono emozioni: una bella immagine attira l’attenzione in maniera più diretta rispetto alle parole e agisce a livello più profondo su considerazione e percezione emotiva delle persone. Oltre il 90% delle comunicazioni tra persone è di tipo visuale.
  • Sono coinvolgenti: nei social media le persone cercano qualcosa da sapere, da leggere ma soprattutto da vedere, come forma ludica e di intrattenimento. Quando parliamo di social, foto e video aumentano l’engagement delle persone verso i contenuti di un determinato brand. Le statistiche lo testimoniano.
  • Eliminano le distanze: le immagini e i video sono il miglior modo per colmare l’inevitabile distanza tra utente e azienda. Portano l’utente a immedesimarsi, inoltre sono più facili da ricordare, la migliore premessa per creare dei legami.
Come usare instagram per fare business

Ecco qui 8 semplici consigli per utilizzare Instagram come strumento di business


1. Utilizza un nome profilo semplice e riconoscibile immediatamente
Questo primo consiglio è tanto semplice quanto troppo spesso sottovalutato o ignorato. Gli utenti devono essere in grado di riconoscere immediatamente e facilmente il tuo brand.
Cerca inoltre di utilizzare un nome uguale, o perlomeno molto simile, su tutti i social su cui sei presente, senza dimenticare di mantenere anche una coerente visual identity (logo e immagini di sfondo).

2. Utilizza le foto  per comunicare i benefici e il valore dei tuoi prodotti
Se decidi di usare Instagram con obiettivi di marketing, innanzitutto devi iniziare a postare foto e video con una determinata strategia e pianificazione, non lasciarti guidare dalla casualità. Per quanto riguarda invece i soggetti e i temi delle foto non limitarti a utilizzare questo social come una semplice vetrina dove esporre i tuoi prodotti in maniera asettica.
Cerca di postare immagini e video belli ed emozionanti, che fanno vedere i benefici di ciò che offri e come possono migliorare la vita delle persone, foto e video che mostrano come le persone usano i tuoi prodotti. 
Avvicinati ai tuoi clienti fotografando i “dietro le quinte”. Non aver timore di mostrare aspetti più “intimi” della tua azienda. I social riducono le barriere tra utenti e aziende, il tono della comunicazione non è istituzionale ma amichevole e informale, più “umano”.

3. Cerca e scegli gli # hashtag corretti
Gli hashtag giusti possono fare la differenza, nel senso che ti permettono di aumentare la visibilità di quello che posti andando a raggiungere una fetta di pubblico più ampia. E’ importante usarli, ma non abusarne. Molto spesso si vedono post con un una bellissima immagine e con una didascalia formata solo da una lista lunghissima di hashtag. In questo caso non è certo il modo migliore per trasmettere emozioni.
Non esiste un numero perfetto, cerca di limitare il loro numero a massimo 4 o 5.
Cerca inoltre di capire quali hashtag sono i più comuni e i più utilizzati per determinati argomenti o settori. In questo post ti puoi fare un’idea e magari prendere qualche spunto. Ma ricordati…. l’originalità viene premiata sempre!

4. Posta foto/video regolarmente, ma non in maniera eccessiva
Instagram non è un social che vive di continui aggiornamenti, di bombardamenti visuali in ogni momento della giornata. Instagram non è Twitter e nemmeno Facebook, tutto è molto più lento e meno caotico, e questo si riflette anche sulle aspettative delle persone che ti seguono. Si attendono un andamento non aggressivo e non ripetitvo (esempio: non 3 diverse foto una dietro l’altra e nemmeno tante foto diverse postate nell’arco della giornata ma sempre con lo stesso soggetto) e costante nel tempo (esempio: 1 post al giorno).
Se prendiamo come esempio i grandi marchi come Starbucks, Nike, Gucci, Best Western ecc… noterai che essi postano con cadenza costante, un post alla volta. Senza mai esagerare, in poche parole. Meglio privilegiare la qualità alla quantità, e la puntualità all’occasionalità.

5. Non trascurare le Community di Instagram
Se consideri Instagram solo come un enorme database di foto ti sbagli di grosso. Instagram, come ogni social network che si possa definire tale, prima di tutto è una rete di persone che comunicano tra di loro, condividono idee, commentano, esprimono opinioni ed emozioni.
Negli ultimi anni hanno preso vita e forma centinaia di gruppi di Instagrammers (o Igers) in ogni area, regione, provincia d’Italia. E non solo in Italia ovviamente. Se provi a cercare troverai IgersItalia, IgersVeneto, IgersVenezia, IgersVerona, IgersTreviso, IgersMilano, IgersSardegna e così via. Ma questo è solo un esempio, non esistono solo queste community di “igers”. Cerca di capire quali community possono essere interessanti per il tuo business, e magari inizia a seguirle, a “viverle”, interagire con loro e contattarle.
6. Promuovi eventi speciali su Instagram
Puoi sempre utilizzare Instagram per pubblicizzare eventi speciali o particolari ricorrenze o avvenimenti. E’ ideale perché ti consente di comunicare in modo diretto e immediato l’emozione di quello che sta succedendo o di quello che succederà.
Sempre più aziende stanno utilizzando questo canale per la promozione di eventi proprio per il forte impatto emotivo che riesce a creare.
7. Chi ti segue deve sentirsi un pò speciale
Per far crescere sempre di più il numero dei tuoi lettori/follower, ti devi curar di loro, ringraziare e anche un pochino “coccolare”. In un certo senso ognuno di loro deve sentirsi speciale. Ovvero parte integrante e attiva del progetto che stai creando e portando avanti per la tua azienda e per i tuoi seguaci.
Un esempio? Puoi dar vita a delle iniziative o campagne che coinvolgono i tuoi follower invitandoli a inviarti i loro scatti fotografici oppure “taggandoti” sulle foto da loro pubblicate in modo tale da poterle visionare. I migliori selezionati verranno pubblicati sul tuo profilo aziendale.
8. Invita i tuoi follower all’azione 
L’importanza e il valore del tuo brand online passa necessariamente dalle interazioni con i tuoi follower. Instagram è un vero e proprio social network, di conseguenza devi spingere i tuoi seguaci all’azione magari scrivendo determinati suggerimenti nelle descrizioni/didascalie delle tue foto o dei tuoi video.
Esempio: “Lasciaci un commento qui sotto!” oppure “Lasciaci un commento e seguici su Facebook (+ link pagina Facebook)” o ancora “Vuoi diventare il nostro Brand Ambassador? Condividi questa foto con i tuoi amici!”
Il livello di coinvolgimento dei tuoi seguaci è tutto.

giovedì 22 settembre 2016

Infografiche e PR non bastano più: serve costruire relazioni

Fonte articolo: http://www.webinfermento.it/infografiche-pr-relazioni/

La comunicazione online è in continua evoluzione. Fino a qualche tempo fa sui Social non si pensava ai video e alle gif come strumento di promozione, molte delle condivisioni erano fatte esclusivamente da immagini e tutto, dalla comunicazione aziendale a quella personale, puntava su questi formati, per altro tra i più osannati.
Oggi invece, con l’introduzione di app come Periscope o gli stessi video in diretta di Facebook, l’uso dei video on air ha preso piede, determinando anche una evoluzione del modo di diffondere informazioni avvalendosi di questi nuovi strumenti.
Parallelamente a questo, anche il mondo del Content Marketing si è evoluto, ma questa crescita non è stata solo legata al tipo di contenuto condiviso, ma soprattutto al modo con il quale esso viene somministrato o presentato all’utente, potenziale fruitore. Ma partiamo con ordine.
Abbiamo percepito la vera esistenza del Content Marketing, a livello umano, quanto le infografiche hanno iniziato a diventare molto popolari tra il pubblico, e utilizzate dalle aziende.
Il prodotto ha rappresentato una delle svolte essenziali di fare Content nel modo più efficace possibile, nel minor tempo possibile.

Era il tempo delle infografiche

La situazione italiana, andando indietro negli anni, mi riporta a quanto le infografiche hanno iniziato a fare capolino intorno al 2011. Poche aziende le usavano e c’era abbastanza scetticismo sul loro utilizzo ai fini promozionali, anche se si vedevano ottimi prodotti provenienti dall’America.
Chi le ha adottate in quel periodo iniziale, avrà constato che anche ottimi erano i risultati che si riuscivano a raggiungere in termini di visibilità, branding e crescita del traffico dovuto alla costruzione quasi naturale di un buonissimo profilo link.
I blog ne parlavano, abbiamo assistito ad una vera e propria caccia all’embed code per inserire il contenuto infografico nei propri siti (con annesso link naturale), bastava una condivisione giusta sui social ed il successo di un post contenente una infografica era fatto! Per questo in breve tempo le infografiche sono diventate lo strumento numero uno per fare Content Marketing ad alti livelli.
Intorno al 2014 il fenomeno infografiche ha conosciuto IL BOOM sensazionale che ha determinato un’adozione dello strumento in modo massiccio, a livello di produzione. Ma forse qualcosa stava già cambiando.
L’adozione “di massa”, infatti, ha portato non solo ad un aumento di contenuti infografici, annoiando alle volte l’utente, ma anche ad un livello qualitativo non sempre dei migliori, alimentato soprattutto dal fattore improvvisazione. Molte aziende hanno voluto cavalcare l’onda e molti hanno iniziato a produrre infografiche, con strumenti e forza lavoro interni, non sempre formati o esperti nel farlo.

Tutto questo cosa ha determinato?

Che le infografiche diventassero uno strumento inflazionato, alle volte mal visto e via via sempre poco attrattivo, ma soprattutto alla portata di tutti e non di pochi come avveniva all’inizio. Anche se noi siamo del parere che oggi si possa ancora sfruttare lo strumento, attraverso la qualità delle informazioni, della realizzazione e della diffusione.

..poi sono arrivate le PR

Ma proposito proprio di diffusione, parallelamente all’“infographic mania”, importantissima è stata l’attività svolta dai Digital PR che a suon di “seeding”, ossia sensibilizzazione del contenuto ai blogger tematici, hanno dato un forte boost alla loro diffusione in rete.
Tuttavia, sempre scorrendo negli anni, la maturazione degli utenti nella conoscenza dello strumento promozionale quale internet e una crescente attrattiva delle sue dinamiche strategiche, hanno portato più consapevolezza su nuove opportunità di guadagno, anche solo possedendo un blog popolare o essendo influencer.
Molti blog e blogger che in passato ospitavano contenuti semplicemente per il piacere di farlo oggi, mossi dalla leva guadagno, hanno cominciato a sfruttare al massimo i propri siti, alle volte in modo esagerato (cash flow, per intenderci).
A causa di questo, lo scopo originale delle infografiche, concepite a scopo prettamente divulgativo, è quasi passato in secondo piano, favorendo maggiormente lo scopo di lucro derivante dalla loro pubblicazione finalizzata alla link building.
Come già evidenziato, questo non ha portato ad un peggioramento delle azioni di Content basate su infografiche, ma ad una estrema richiesta di maggior impegno e maggiore attenzione da parte dei creatori e seeder. Dunque l’efficacia è la stessa, l’impegno è molto molto maggiore. Ad oggi ci rendiamo conto che, con sforzo e impegno, riusciamo ancora a garantire un buon servizio di diffusione dei contenuti perché abbiamo imparato a conoscere il mercato, facendoci propendere per l’idea che non sia lo strumento ad esser sbagliato, ma le relazioni sono cambiate. Vediamo perché.
Quando abbiamo iniziato a produrre infografiche, l’attività di digital PR era prettamente legata al contatto di redazioni e somministrazione del contenuto, seguite da una fase di follow-up. Al 90% dei casi il contenuto veniva pubblicato con soddisfazione, perché si forniva esclusività e qualità.
Oggi notiamo che il processo di contatto non è più così immediato, è molto diverso. Non so dire se il cambiamento sia stato un bene o un male, per una selezione naturale forse bene, ma oggi presentare un contenuto necessita di uno sforzo maggiore, più approfondito e più dettagliato che, per farla breve, spesso si traduce in attività di contatto che durano settimane.
Esemplificando, se in passato bastavano 2-3 mail (contatto – risposta – ringraziamento) abbastanza standard un po’ per tutti i contatti in lista, oggi si deve costruire già in partenza un rapporto “epistolare” che somigli quanto più possibile ad una relazione tipo “amico di penna”, attraverso mail dedicate, ed assolutamente pertinenti con il settore di riferimento, o call conoscitive. Questo modus operandi, certosino e preciso, eviterà di incorrere nella spiacevole situazione di esser classificati come spam e di ottenere quel minimo di attenzione necessaria per fare da apripista alla relazione.

Qual è la soluzione oggi?

Alla luce di quanto scritto, quel che torna ad esser nuovamente importante è il rapporto umano, quello sano e reale, o meglio le relazioni che si riescono a costruire, proprio come si faceva più frequentemente in passato nei meeting aziendali.
Anzi, dirò di più. Forse una scelta ancora più efficace è coltivare costantemente i rapporti con i colleghi e iniziare a costruire relazioni, il classico networking, da fare ancor prima della necessità. Non è un ragionamento opportunistico, ma una questione di umanità. In un mondo in cui siamo tutti relegati dietro un avatar, il vis-à-vis funziona ancora e torna utile nel momento del bisogno.
L’obiettivo per i prossimi anni per le attività di contenuti e Digital PR online, dunque, sarà quello assoluto di creare prodotti sempre “al top della gamma”, e assolutamente migliorare l’attività relazionale e di contatto orientandola più al costruire relazioni approfondite, migliorate e di qualità, abbandonando del tutto le pratiche basate sul “comunicato stampa” o sulle richieste esplicite, ma anche del classico “seeding a pioggia”, pena una collezione lunga e sostanziosa di irrimediabili non risposte. E ricordiamo che l’evoluzione delle digital PR è nelle PR offline!

mercoledì 21 settembre 2016

A che ora è meglio postare sui social network?

Condividere sui Social Media è una Scienza

Quando pubblicare su Facebook, Google Plus, Twitter, Tumblr, Linkedin, Instagram e Pinterest



Sempre più aziende stanno utilizzando i social media per obiettivi di marketing. Pubblicare contenuti con regolarità ti può aiutare a raggiungere un pubblico più ampio, mantenere aggiornati i clienti fedeli e incrementare la notorietà online della tua attività.
Devi comunque tenere ben presente che ogni piattaforma social utilizza un suo specifico algoritmo. Non tutti i social network sono uguali! Se pubblichi troppo spesso oppure non posti abbastanza, la tua audience potrebbe non vedere i tuoi contenuti!
Segui queste semplici linee guida per ottenere il massimo da ogni tuo post.

A che ora postare su Facebook

Milioni di persone lo utilizzano quotidianamente e più volte al giorno ma nessuno vuole essere bombardato costantemente da messaggi e post di aziende. Cerca di non postare più di 2 volte al giorno e assicurati di postare più di una volta a settimana.
Facebook ha la più alta media di click sui post tra le 13 e le 16 del pomeriggio, con le ore 15 del mercoledì come picco più alto. Evita di postare qualsiasi cosa nel weekend prima delle 8 e dopo le 20.

A che ora postare su Twitter

Per ottenere il massimo coinvolgimento su questa piattaforma di informazione rapida devi twittare più di una volta al giorno ma senza esagerare. Pubblica 3-4 differenti messaggi al giorno, a volte retwittandoli pure nel corso della giornata se necessario.
Come Facebook il momento migliore per postare è a metà pomeriggio, focalizzati soprattutto tra le 13 e le 15. Evita di fare marketing su Twitter dopo le 20 e dopo le 15 del venerdì.

A che ora postare su Google Plus

Per ottenere un buon riscontro sono sufficienti 3 post al giorno. Su Google+ l’inizio della giornata lavorativa media rappresenta il momento migliore per far sentire la propria voce. Posta dal lunedì al giovedì tra le ore 9 e le 10, e concentrati molto sul mercoledì mattina. Evita di postare la mattina presto o la sera.

A che ora postare su Pinterest

Di recente le aziende hanno cominciato a utilizzare in maniera consistente anche questo social network di tipo visual per promuovere il proprio brand. Postare tra le 3 e le 10 volte al giorno rappresenta il miglior modo per incentivare traffico verso il proprio sito web. Cerca di “pinnare” almeno 5 volte al giorno!
Utilizza Pinterest al di fuori del normale orario di lavoro. Posta nella mattinata di sabato e il venerdì pomeriggio dalle 13 alle 16 per i migliori risultati.

A che ora postare su Instagram

I brand più popolari su Instagram postano circa 2 volte al giorno. Mercoledì e giovedì sono i giorni migliori per pubblicare, concentra i tuoi sforzi tre le 14 e le 17.

A che ora postare su Linkedin

Posta su Linkedin non più di una volta al giorno e focalizzati sulle ore 17-18 del pomeriggio. Concentra i tuoi sforzi da martedì a giovedì in particolare.

A che ora postare su Tumblr

Se utilizzi questo social network cerca di postare intorno alle 5 volte al giorno. Il venerdì dopo le 19 è l’orario di esposizione ideale, mentre c’è poco traffico su questo social prima delle 16.

A che ora conviene postare e pubblicare sui social network
Graphic By SetUpABlogToday.com