martedì 18 aprile 2017

SEO Copywriting: cos’è e come farla. Guida

Fonte articolo: http://www.webinfermento.it/seo-copywriting/

La SEO Copywriting è l’arte di scrittura per gli utenti e per i motori di ricerca. La capacità di redigere e pubblicare testi che siano in grado di intercettare i bisogni degli utenti e dargli risposta nel modo migliore, fornendo valore e soddisfacendo le interrogazioni (query) fatte al motore di ricerca.
Il professionista specializzato in questa attività è il cosiddetto SEO Copywriter, un copy con conoscenza anche delle dinamiche di posizionamento nei motori di ricerca e abile nel redigere testi in grado di posizionarsi per una o più parole chiave.

Abbiamo pensato di redigere questa guida alla SEO Copywriting cercando di fornirti spunti utili da mettere subito in pratica, strategie editoriali, tool e strumenti a supporto e, per finire, i consigli di alcuni esperti della materia.
Buona lettura!

Sommario dei contenuti

Ci sono scuole di pensiero differenti in merito a questa figura. Ci sono coloro che vorrebbero distinte la figura del copywriter da quella del SEO. Il copy si occupa di scrittura di testi, mentre la SEO è una disciplina molto vasta e che non può essere sintetizzata solo come parte di ottimizzazione del testo.

Io sono dell’idea che la scrittura in ottica SEO sia oggi di fondamentale importanza, soprattutto alla luce del fatto che i contenuti rappresentano ormai un buon 50-60% di quello che serve per raggiungere i posizionamenti ambiti. Avere capacità di scrittura è un’abilità, ma essere anche in grado di implementare una scrittura ottimizzata per la SEO è un doppio vantaggio.

1. Come scrivere articoli SEO: le tecniche di scrittura SEO

Innanzitutto c’è da dire che chiunque voglia scrivere in ottica SEO, oltre a saper scrivere bene, deve conoscere le regole base dell’ottimizzazione on site dei testi.
Questi riguardano principalmente elementi come il title tag e la meta descrizione, i tag di intestazione, le url e il testo vero e proprio.

Title tag

Parliamo del fattore SEO on site più rilevante per il ranking. Mi capita di analizzare decine di siti in cui trovo ancora oggi title tag non ottimizzati a dovere. Molto spesso si usa scrivere la parola chiave principale della pagina alla fine del title, lasciando i caratteri iniziali al nome del sito.
A meno che non sia l’homepage, alla quale è utile dare rilevanza nel title al nome del brand, le altre pagine devono essere rilevanti per la parola chiave di riferimento. Inserire in tutti i title tag del sito il nome del brand, a cui segue la parola o nome della pagina, non fa che ridurre l’importanza assegnata dal tag title alla della parola chiave associata, in quanto è proprio al testo primario visibile che è attribuito il maggior potere.
Non ha senso inoltre inserire troppo testo nel title tag. Più è lungo il title tag più si fraziona l’importanza attribuita alla varie parole nel testo. Provare per credere.

Meta Description

Non ha alcun impatto sul ranking, ma questo non vuol dire che non debba essere valorizzato. Utile sempre fornire una descrizione della pagina che l’utente si appresta a visitare e una call-to action che lo inviti a sceglierci tra i risultati offerti nel listing.

Tag di intestazione

H1, h2, h3 e via dicendo. Utile a segmentare il paragrafo e a non rendere pesante all’utente la lettura di articoli molto lunghi. Non c’è una regola definita sulla scrittura dei tag d’intestazione; non devono per forza essere identici a quanto è già presente nel title tag ma, al contrario, essere utile a dare un titolo al paragrafo che segue.

Url Keyword Rich

Anche le url hanno bisogno di essere keyword reach. Contrariamente a quanto si crede, alle url Google attribuisce ancora oggi abbastanza importanza. Personalmente preferisco sfruttare la url della pagina per dare visibilità ad una parola chiave più generica e competitiva, che è magari anche quella primaria individuata, per la quale vogliamo far posizionare la pagina.
Quindi se nel title tag vado ad inserire una parola chiave di middle tail e poi utilizzo paragrafi e tag di intestazione per targetizzare le parole e frasi long tail, nella url userò la keyword primaria.

Testi e paragrafi

Negli anni la scrittura dei testi in ottica SEO è evoluta. Un tempo se scrivevi un testo troppo ottimizzato lato SEO riuscivi a superare i tuoi competitor per le parole di riferimento, al costo di confondere o infastidire l’utente. Oggi vale il contrario; i testi vanno scritti pensando all’utente e non al motore di ricerca. Una volta valorizzati campi come title tag e h1, il grosso del lavoro SEO è svolto correttamente.
Il testo deve però essere in grado di rispondere esattamente alla promessa fatta all’utente (nel title tag e nella descrizione) prima del suo accesso alla pagina dalla SERP di Google.
Se manca questa condizione è evidente che starai scrivendo per il motore di ricerca e non per l’utente. Attenzione a questo aspetto perché la ricerca della qualità nella soddisfazione dell’utente è un punto importante nel quale Google sta facendo passi da gigante. Sono diversi gli update algoritmici qualitativi che sta lanciando negli ultimi anni per restituire all’utente pagine che rispondano sempre meglio alle sue interrogazioni, basti ricordare l’Hummingbird Update che ha migliorato la capacità del motore di comprendere gli intenti di ricerca dell’utente e il recente Fred Update, sul quale non si sa ancora molto, ma che sicuramente sta premiando siti e pagine che rispondono in modo più efficace alle query degli utenti.

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2. Cos’è il long form

Ultimamente si parla spesso di long form, chiamato anche come pillar article. Il long form è solitamente un articolo molto denso di testo e strutturato in modo da tale da essere una mini-guida. Pensa ad un long form come una variante di quella più fastidiosa di spezzettare lo stesso articolo su più pagine, invitando/obbligando l’utente a cliccare sul tasto “avanti” per proseguire nella lettura del testo.
Il long form è, ad oggi, il miglior alleato SEO di chi gestisce siti di news, blog o magazine editoriali.
Attraverso il long form infatti si ha la maggior possibilità di costruire pagine web che si posizionino per più parole chiave correlate, senza dover per forza aver necessità dei link esterni.
I long form solitamente si presentano come testi di almeno 2000 parole, suddivisi in paragrafi, ognuno dei quali fornisce all’utente una risposta ed un approfondimento testuale specifico ma che, nel complesso, sviluppano fino all’osso un unico argomento, sviscerandone la gran parte delle tematiche semanticamente correlate al topic principale.
Per questo per fare un long form è, quasi sempre, necessario effettuare dapprima una corretta keyword research.
Un consiglio utile per la costruzione di long form è quello di dotarlo anche di un indice html posto sotto al titolo, che permetta all’utente di raggiungere direttamente il punto che gli interessa approfondire, senza essere obbligato a leggere tutto il testo. Ricorda, la semplificazione del percorso di navigazione unita alla risoluzione dell’interrogativo è la chiave per la soddisfazione dell’utente.

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3. La keyword Search nella SEO Copywriting

Ci sono tante guide nel web dedicate alla Keyword Search e questo paragrafo non ha l’obiettivo di trattare anche questo argomento. Se cerchi qualcosa di più specifico ti rimando alla mia guida scritta per SEMRush.
In questa sede ti basti sapere che la keyword research è la fase più importante nel processo di scrittura SEO e, in generale, di tutta la SEO.
Ogni argomento da approfondire va analizzato identificando:
  • intenti di ricerca;
  • sinonimi della parola chiave che l’utente potrebbe utilizzare;
  • caratteristiche associabili alla parola chiave.
Per caratteristiche intendo variabili come:
  • prezzo;
  • destinazione d’uso;
  • destinatario;
  • senza o con quali caratteristiche deve essere;
fino ad arrivare ad approfondire tutti gli avverbi interrogativi che possono essere associati ad una parola chiave:
  • come;
  • quanto;
  • dove;
  • quando;
  • perché;
  • ecc.
In questa fase dovrai prestare molta attenzione all’espansione della query, pensando avendo sempre a mente la struttura piramidale: dalla parola chiave prima, a più alto volume di traffico, sino a quella long tail, concentrandoti maggiormente su quest’ultima e trovando il maggior numero di associazioni semantiche che l’utente potrebbe realmente cercare.
Gli strumenti qui per te indispensabili saranno:
Questi strumenti andranno utilizzati in modo sinergico partendo dall’analisi delle parole chiave primarie.
Il keyword planner di google può essere utilizzato per avere una stima iniziale della parola chiave, i suoi volumi di traffico e il livello di competizione. Questa è però solo la punta dell’iceberg.
La parola chiave fa infatti poi sviluppata pensando alla strutturazione che dovrà avere il nostro articolo. Ogni paragrafo dovrà trattare una tematica differente correlata al tema principale, ogni sotto-titolo avrà come targeting una frase chiave middle-tail (qui ti consiglio l’utilizzo del tool Keyword Magic di SEMrush) e nel testo dovremo cercare di targetizzare quante più varianti possibili utilizzate dagli utenti per cercare risposte ai loro quesiti.
In quest’ultima fase sarà fondamentale l’utilizzo di un ottimo strumento come Answerthepublic, che fornisce tutte le varianti esistenti, di coda-lunga, correlate alla parola chiave da te inserita.
Non dimenticare poi di usare Google Suggest, che potrebbe rivelarsi una fonte particolarmente ricca di informazioni e il box in fondo alle SERP “ricerche correlate a…”.
Relativamente a Google Suggest, ti lascio un trucchetto suggerito da Enrico Altavilla. Posizionando il cursore del mouse in posizioni diverse di una frase, Google suggerirà parole diverse correlate a una stessa frase.

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