mercoledì 31 agosto 2016

Cos’è il Bounce Rate? Come gestirlo e come ridurlo

Che cos’è il Bounce Rate (in italiano frequenza di rimbalzo), e perché tutti ne sono ossessionati?



Quante volte hai sentito parlare di “Bounce Rate”? Ti è mai capitato di leggere questo termine tra i dati di Google Analytics? Immagino di sì. Tradotto in italiano significa frequenza di rimbalzo.
In parole povere questo dato rappresenta la percentuale di volte, calcolata rispetto al totale delle visite, in cui l’utente del sito web abbandona il sito stesso dopo aver preso visione di una sola pagina web entro pochi secondi (generalmente 30 secondi).
E’ facile capire perchè sono tutti ossessionati da questo dato: più il Bounce Rate è basso e più un utente rimane sul sito web, aumentando le probabilità che tale utente invii una richiesta, compili il form di contatto, clicchi sulle pubblicità o completi un acquisto se si trova su un sito e-commerce.

Quali sono i fattori che possono generare un alto tasso di Bounce Rate?

Questi sono alcuni comportamenti degli utenti che portano a un incremento del valore di Bounce Rate:
  • l’utente del sito chiude il browser del proprio PC o dispositivo mobile (smartphone o tablet);
  • l’utente clicca sul tasto per tornare indietro;
  • l’utente clicca su un link esterno presente all’interno della pagina;
  • l’utente cambia l’URL del sito che sta visitando per navigare su un altro sito;
  • l’utente non legge altre pagine all’interno del nostro sito per 30 min.
Ma soprattutto nell’ultimo periodo è emerso un fattore molto importante e molto influente che fa aumentare la frequenza di rimbalzo: l’utente abbandona il sito e la pagina che sta visitando perchè percepisce difficoltà nell’usabilità e navigazione del sito. Difficoltà quindi legate alla progettazione dello stesso sito. Ancora oggi molti siti internet non sono del tutto compatibili con la nuova tecnologia mobile.
come gestire e ridurre la frequenza di rimbalzo di un sito web. Bounce rate google analytics
Oltre il 50% è un valore molto alto. Attenzione!

monitorare e ridurre il bounce rate di un sito web, come migliorare la frequenza di rimbalzo
Il Bounce Rate, o frequenza di rimbalzo, è un valore che non puoi ignorare

Come posso ridurre il valore di Bounce Rate?

Qui di seguito una serie di consigli e accorgimenti da prendere in considerazione per migliorare l’esperienza dei vostri utenti, rendere quindi il vostro sito più user-friendly e di conseguenza far sì che la frequenza di rimbalzo diminuisca.
Tips & Tricks:
  • Rendi più leggibili i contenuti del tuo sito/blog/e-commerce;
  • Punta sulla qualità dei contenuti;
  • Utilizza immagini di qualità e con le giuste dimensioni;
  • Migliora la struttura dei link interni;
  • Assicurati che il design della pagina sia comprensibile;
  • Chiarisci subito di cosa parla la tua pagina;
  • Sfrutta le infografiche nei post, ancora meglio se interattive;
  • Migliora Title e Description delle pagine web del tuo sito;
  • Accorcia contenuti molto lunghi in più post o in più appuntamenti con cadenza predefinita;
  • Utilizza nomi intuitivi e semplici per i menù di navigazione;
  • Promuovi la condivisione dei contenuti attraverso i pulsanti di condivisione social;
  • Evita i messaggi pop-up di tipo pubblicitario;
  • Suggerisci agli utenti dei post correlati a quello che stanno leggendo;
  • Punta sulle giuste keyword;
  • Metti ben in evidenza la funzione Ricerca nel sito;
  • Migliora la velocità di caricamento (non più di 4-5 secondi);
  • Utilizza sottotitoli ben visibili (i famosi H2 e H3 se necessario);
  • Evita i contenuti audio che si riproducono in automatico appena apri la pagina;
  • Non abusare del Flash;
  • Sfrutta le Call to Action;
Ultimo fattore, ma non il meno importante per abbattere la frequenza di rimbalzo, è rendere il vostro sito web mobile friendly.
Tieni ben presente che il traffico da mobile cresce in maniera netta e continua quotidianamente, non ti puoi più permettere di non avere un sito internet non ottimizzato per i dispositivi mobili come smartphone e tablet.
Un’alta frequenza di rimbalzo però non sempre è un dato negativo: se la pagina web ha come obiettivo quello di portare l’utente verso un link/contenuto esterno, un valore alto di Bounce Rate rappresenta un dato positivo. Ci sono casi poi che se il tempo di permanenza sulla pagina web è breve, ma non brevissimo, può anche significare che l’utente ha trovato subito quello che stava cercando, e di conseguenza ha abbandonato tale pagina.

CALCOLARE IL ROI (RITORNO SULL’INVESTIMENTO) DELLE ATTIVITÀ ONLINE

Fonte articolo: http://www.webintesta.it/calcolare-il-roi-attivita-online/

Qualsiasi azione dà seguito al suo riscontro o, per dirla nella lingua dei comic, al suo feedback; tanto amato dai motivatori in quanto “nutrire indietro” più positivo rispetto all’impattante termine italico. Discorsi machiavellici alla Lex Luthor a parte, se l’assunto di apertura del post è vero lo è ANCORA di più nel campo del Web. Con buona pace dei super-eroi della libertà della Rete, stiamo assistendo al più grande esperimento riuscito di anarco-capitalismo della Storia dell’umanità. Roba che Wayne Enterprises scansate.
In un campo così determinato da regole di mercato, ciò che è importante è l’obiettivo che ci si pone per calcolare, a seguito delle attività per raggiungerlo, il ROI, ovvero il Ritorno sull’Investimento. Per dirla più semplice, se si è riusciti a pescare il Joker oppure il gioco non è valso la candela.

SI, C’È ANCORA CHI NON CALCOLA IL ROI

E non viviamo neanche più nell’epoca fumosa anni ’50, che nemmeno Gotham, della pubblicità tradizionale stile cartellonistica. Attenzione, NON voglio dire che questo tipo di promozione sia inutile, anzi, a livello locale è spesso imprescindibile per attività su strada e rivolte a un target generalista. Provocazione tipo inarcata di schiena di Catwoman: in questi casi è persino più efficace rispetto alle attività digitali – soprattutto se sono quelle “un tanto al chilo” proposte da sedicenti agency più caimane di Killer Croc.
Proprio perché si tratta di offerte che non tengono in minimo conto dello storico di un’attività commerciale e dei suoi obiettivi (figurarsi calcolare il ROI…) e propongono soluzioni che non si sa bene QUALE problema dovrebbero risolvere. Insomma, come mettere sullo stesso piano Ra’s Al Ghul (che oltre a non essere un cattivo geolocalizzato, ha un piano molto estremamente complesso di rinascita del mondo) e Mr. Freeze (che è mosso nelle sue azioni dall’amore per la moglie). Proprio restando in tema di ghiaccio e gelati, ti voglio portare questo piccolo caso studio, comprensivo di un calcolo veloce di ROI per un prospect.
Mi è capitato di fare un veloce colloquio con una gelateria artigianale di Monza che aveva ricevuto la consueta chiamata dal Waylon Jones di turno, il quale – oltre ad affermare la classica fregnaccia di chiamare da Google – per 500 €/anno assicurava la mitica prima posizione sul motore di ricerca. Punto. Basta. Nessun piano, nessuno studio, nessuna specifica sugli obiettivi del cliente.
Posto che sono più irritante dell’Enigmista per quante domande faccio, la principale posta alla gelateria è stata (oltre a informarmi sui gusti che avessero, ma è un’altra storia):
Qual è il vostro obiettivo?
Dalla risposta, si può iniziare a delineare il resto. Si tratta di un vero e proprio lavoro di indagine da GCPD, dove bisogna vestire i panni da Jim Gordon per scoprire, passo dopo passo, quale filo conduttore seguire. Se l’obiettivo fosse stata una generica visibilità online, magari per le consuete query quali “gelateria Monza” o “gelateria artigianale Monza” (dove sono comunque primi, nessuna delle agency prima che si era premurata di controllare), giusto per vanity, allora il posizionamento in sé sarebbe stato l’obiettivo e calcolare il ROI piuttosto semplice: il prezzo del preventivo è quello che hai speso per arrivare all’obiettivo. Pur tuttavia, visto che l’obiettivo era ben diverso (portare nuovi clienti nel locale) allora la situazione si complicava un po’.

UN CASO STUDIO TENUTO IN GHIACCIO PER TE

Facendo un rapido esempio: la query “gelateria Monza” ha un volume di ricerca medio di 140 ricerche mese – con aumenti e crolli di stagionalità. Per semplicità, fissiamoci solo su questa variante e su questo dato. Quindi 140 volte in cui quel termine viene digitato su Google, magari non da 140 persone, ci sarà chi rifà la ricerca anche a distanza di tempo ma di certo non un singolo goloso, ma assumiamo sia così. Di questo numero, anche essendo primi, prenderemo sempre una fetta di click, non tutta la torta-gelato. Stimiamo un 20% (perché abbiamo i dati pregressi, perché conosciamo il settore etc..). Quindi 28 click.
SO che continuiamo a essere nel campo delle ipotesi come se stessimo cercando di capire chi è veramente il Joker, ma tutto il calcolo del ROI, per quanto preciso, è una stima. Questi 28 click generano la metà dei clienti in negozio (14) perché è una gelateria, porca miseria, e il gelato piace a tutti. E perché fondamentalmente è quello che stavi cercando nel momento esatto in cui lo volevi; quindi ti catapulti fuori di casa, salti sulla tua BatPanda e vai a prenderti ‘sto benedetto cono. Siccome siamo tanto golosi, prendiamo il cono grande da 3€. Assumendo che lo facciano anche tutti gli altri 14 avventori, sono 42 €  in più al mese in cassa. Un ROI molto basso per un piano di search marketing, no?
Certo, non ho considerato tanti fattori in questo piccolo ragionamento, che nella realtà sono stati fatti: il ritorno su più mesi, i mesi di piena, la varietà di prodotti, se è più bella Harley Quinn o Poison Ivy.
Quel che importa qui, è sottolineare quanto sia più importante, PRIMA DI TUTTO, fare questo tipo di ragionamenti e POI strutturare un piano. Questo è insieme la forza e la maledizione delle attività di marketing digitale: la possibilità di avere dei dati (nell’esempio, il numero di ricerche mensili) che permettono di avere un calcolo di ROIpiù concreto (sebbene la divinazione sia appannaggio di Zatanna).
Tu, i tuoi calcoli te li fai?

10 Consigli per un Blog di Successo

Fonte articolo: http://blog.tagliaerbe.com/2016/08/consigli-blog-di-successo.html

Periodicamente tornano a chiedermi come creare un blog di successo. A chi me lo chiede rispondo solitamente con una nuova domanda, del tipo “ma tu, cosa intendi con la parola successo?”
Perché per molti il successo è (solo) essere popolare, sulla bocca di tutti, un po’ invidiato e un po’ amato. Lo so, penserai che sono cinico e venale, ma io preferisco che al successo (inteso come visibilità) siano sempre abbinati i soldi… anzi: se devo proprio dirla tutta, il mio sogno è quello di sparire totalmente dalla scena, continuando a guadagnare online nell’assoluto anonimato. 🙂
In ogni caso, a livello più generale, queste sono – a mio modesto parere – le 11 caratteristiche di chi ha successo online. E questi altri sono i miei 3 consigli per avere successo e fare soldi su Internet.
Se però parliamo specificatamente di blogging, eccoti 10 frasette – anche se un po’ troppo in stile “guru motivazionale”, almeno per i miei gusti – che ti potranno stimolare a fare di più e meglio, tratte da una vecchia presentazione di Darren Rowse dal titolo 10 Pieces of Advice for Successful Blogging:
  1. Il tuo blog ti sembra piccolo? Se hai un solo lettore, ma il tuo blog è in grado di cambiare la sua vita, allora è grande abbastanza.
  2. Quando hai la tentazione di confrontare te stesso a qualcun altro… confronta te stesso con quando hai iniziato.
  3. Un consiglio più importante di “fa ciò che ti appassiona” è “sii appassionato di ciò che fai”.
  4. Cosa è quella piccola cosa che puoi fare oggi per avvicinarti di un pochino ai tuoi sogni?
  5. Il 99,9% dei blogger più famosi non era così eccezionale quando sono partiti. La loro grandiosità è il valore che hanno accumulato nel corso del tempo.
  6. Molti blogger non riescono a rendersi conto che ciò che sanno e considerano “di base”è in realtà di livello “avanzato” per molti dei loro potenziali lettori.
  7. Il miglior consiglio da dare per chi vuole creare una community online è… “sii la community che desideri avere”.
  8. Il “successo” è più il fare le cose che sai che dovresti fare… e non imparare i “segreti”che non conosci.
  9. Il miglior modo per ottenere engagement sui social media, è essere una persona che crea engagement.
  10. Gli speaker motivazionali spesso dicono di puntare a “raggiungere le stelle”. E’ un bel consiglio, ma penso spesso che uno più utile sia “inizia col fare il prossimo passo”.
Ti invito a riflettere in particolare sul punto 6. 😉

martedì 30 agosto 2016

SEO, PRIMA O DOPO LA CREAZIONE DI UN SITO WEB? IL POSIZIONAMENTO SUI MOTORI DI RICERCA COME NON LO AVEVI MAI CONSIDERATO.

Fonte articolo: http://lafactory.it/seo-sem/seo-posizionamento-sui-motori-di-ricerca/

Posizionamento sui motori di ricerca, creazione sito web aziendale. Stai pensando di rilanciare l’immagine della tua azienda online e ti gira la testa perchè non riesci a capire quale delle due attività citate ha la priorità? Ti aiuto io!

E oggi va così, un post leggero, un consiglio al volo per te che stai pensando di adoperarti per la creazione del tuo sito web professionale e ancora non hai pensato al posizionamento sui motori di ricerca. Ci stai pensando da un po’, tutti ti dicono che al giorno d’oggi avere un sito web fatto bene dovrebbe essere la priorità per un’azienda che ha deciso di promuoversi sul web, magari tu il sito web aziendale ce l’hai già da qualche e magari lo consideri non più adatto ai cambiamenti così rapidi di internet, probabilmente l’idea del mobilegeddon ti ha fatto rizzare i peli delle braccia e hai proprio deciso che “il sito web nuovo s’adda fare!”.
Non hai tutti i torti, anzi se potessi cliccare “mi piace” su ciò che ti balena in testa lo farei immediatamente, ma c’è un problema, come al solito. Il problema è che non puoi prendere il tuo vecchio sito web, cestinarlo e goderti quell’aria nuova che si respira sul tuo spazio web come se nulla fosse. Proprio no! Tutto ciò che è stato fatto sul tuo vecchio sito web ha un valore, anche se non riesci a percepirlo direttamente, e può aiutarti nel posizionamento sui motori di ricerca.

Posizionamento sui motori di ricerca e restyling sito web aziendale. Nasce prima l’uovo o la gallina?

L’idea è proprio quella di riuscire a capire se nasce prima l’uovo o la gallina, ovvero in termini di SEO, se deve essere valutato per primo il posizionamento sui motori di ricerca o il restyling del tuo sito web aziendale. Lo so, ti sto creando panico e confusione, ma tranquillo adesso cerco di fare chiarezza. La mia esperienza mi porta a dirti che, nasce prima l’uovo, si beh il posizionamento sui motori di ricerca intendo. Gli aspetti della SEOdovrebbero essere i primi ad essere messi nella lista delle analisi da fare quando si prospetta di avviare un restyling totale del proprio sito web, insieme a tutti gli aspetti che riguardano le attività di web marketing che si vorranno attuare.

Perché è importante pensare prima al posizionamento sui motori di ricerca e poi alla creazione del sito web aziendale?

Ti parlavo di esperienza personale, all’interno di LaFactory con il tempo ci siamo trovati a gestire tanti progetti, tutti molto differenti tra loro, ma tutte le volte che abbiamo affrontato la creazione di un sito web aziendale o comunque il restyling di un sito web professionale, il punto da cui partire è sempre stato il posizionamento sui motori di ricerca. Se ti va, ti spiego il perché. Come in tutti i progetti di comunicazione sul web, la prima cosa da fare è fare una approfondita analisi dei competitors e comprendere il target che si vuole raggiungere, in questo modo tutto il lavoro viene semplificato perché si avrà una vasta visione di come le aziende che operano nello stesso settore si stanno muovendo e soprattutto gli utenti in target quali informazioni cercano davvero di carpire da quei siti web. Nel caso stessimo parlando di un restyling di un sito web già esistenze, il compito del consulente SEO sarà quello di analizzare tutto ciò che è stato fatto sul vecchio sito web e quali risultati a livello di indicizzazione sono stati effettivamente raggiunti. La collaborazione gomito a gomito tra chi si occuperà di consulenza SEO e chi invece della creazione sito web aziendale è fondamentale, poichè dopo le analisi relative al posizionamento sui motori di ricerca, la parte che si occuperà dello sviluppo del sito web professionale dovrà strutturare il nuovo progetto facendo in modo di recuperare, mantenere e amplificare i risultati raggiunti in precedenza senza correre il rischio di generare pagine non trovate ed errori che Google non vedrebbe di buon occhio.

Perché per il posizionamento sui motori di ricerca è necessario rivolgersi ad una figura esperta sin da subito?

Da quello che hai letto su, dovresti aver compreso l’importanza che ha il fare l’analisi del posizionamento sui motori di ricerca prima di buttarsi a capofitto nella creazione di un sito web aziendale. Se ancora non hai le idee chiare in merito, ti do un altro motivo semplice semplice da digerire. Postdatando l’analisi del tuo posizionamento non otterrai altro che un costo più alto relativo alla consulenza SEO, e non perché l’esperto d’indicizzazione voglia fregarti, ma semplicemente perché il tuo consulente dovrà mettere le mani su un lavoro già fatto e impacchettato, ancor peggio se è stato realizzato da una Web Agency differente dalla sua, rischiando così di perdere più tempo del previsto solo nella comprensione di come è stata effettuata la creazione del sito web. Inoltre, il passaggio da vecchio a nuovo potrebbe scatenare tutta una serie di problemi e penalizzazioni da parte dei motori di ricerca, per via del fatto che, senza una consulenza SEO preventiva alcuni aspetti del posizionamento nel restyling del tuo sito web sono stati completamente ignorati.

Quindi, meglio la creazione del tuo sito web aziendale oggi o un buon posizionamento sui motori di ricerca domani?

No, non accetto critiche, lo avevo detto che oggi va così, quindi i miei proverbi modificati sono giustificati :D ma torniamo al dunque, preferisci avere un gran bel sito web nuovo di zecca oggi oppure aspettare di averlo domani insieme ad un ottimo posizionamento sui motori di ricerca? Se ti fidi di me, e vuoi un mio consiglio.. beh io sceglierei di sicuro la seconda.

Woooow !!! Il nuovo sito web è online!

BIOEMOZIONI.IT : il nostro nuovo sito web per stare sempre in contatto con voi!


Siamo lieti di presentarvi il nuovo sito internet di Bioemozioni, il negozio di alimenti biologici ed erboristeria a Montebelluna (TV).
All’interno del nostro sito web potrete trovare informazioni utili quali news, novità, contatti, orari, promozioni sui prodotti e alcuni nostri consigli!
Il sito è stato progettato e realizzato da 3DPrestige S.r.l., web agency specializzata nella creazione di siti internet professionali e nel loro posizionamento sui principali motori di ricerca.

lunedì 29 agosto 2016

Creare un sito web di successo: la guida definitiva per fuoriclasse.

Fonte articolo: http://www.dariovignali.net/creare-un-sito-web/

Creare un sito web di successo è estremamente semplice se sai come farlo. In questo post scoprirai le migliori strategie e gli strumenti più utilizzati per aprire un sito web professionale che produca risultati. Non importa se vuoi aumentare le tue vendite, presentare i tuoi servizi o creare il tuo business online… creare un sito web è assolutamente necessario.
Sei pronto? Si comincia! 
In primo luogo voglio fare un po’ di chiarezza, ascoltami attentamente.
In questi anni si sente tanto parlare di blogging e, anche qui su dariovignali.net, si è fatto un uso smodato della parola blog ;-)
La verità è che oggi giorno non vi è alcuna differenza tra un sito web e un blog.
Un blog non è altro che un sito web dinamico, e oggi tutti i siti web sono dinamici.
Quando crei un sito web devi aggiornarlo e riempirlo di contenuti… Altrimenti sai che accade?
Accade che il sito web muore.
Non esistono più i siti statici. Non puoi più permetterti di creare un sito web e lasciarlo a se stesso senza aggiornarlo di settimana in settimana.
Quindi, sappi che creare un blog o creare un sito web gratuito, professionale o aziendale che sia, significa fare esattamente la stessa cosa!
Non vi è alcuna differenza tecnica e di procedura tra il creare un sito web o un blog.
Le uniche differenze tra blog e sito web risiedono nel fatto che – spesso – un sito web viene inteso come pagina con l’obiettivo di presentare qualcosa, mentre il blog viene inteso come sito web con la funzione di narrare qualcosa.
A seconda dei due compiti si scelgono temi grafici diversi tra loro. E’ quanto, non c’è altra differenza.
Se il tuo obiettivo è quello di creare un sito web, puoi tranquillamente seguire questi tre articoli:
( Il secondo articolo passa direttamente alla pratica)
Come creare un blog o un sito web con wordpress.
Creare un blog o un sito web in soli 5 minuti: la video-guida.
La scelta del Miglior hosting per un blog o un sito web.
Se invece vuoi scoprire le migliori strategie per  portare il tuo sito web al successo continua a leggere.
Quello che segue è un fantastico guest post offerto da Luca Ronchi, consulente marketing per le piccole imprese ed i professionisti.
Lascio la parola a Luca.
Questo articolo parla direttamente a chi ha un’azienda, o un business di qualsiasi tipo, e vuole avere chiarezza, una volta per tutte, su come si fa a creare fatturato tramite internet, in modo costante mese dopo mese per la propria attività. Sia essa un negozio, un’azienda manifatturiera od un’agenzia di servizi.
Quindi, se tu che leggi sei un imprenditore, non scorrere velocemente l’articolo verso il basso ma leggilo con attenzione fino in fondo perché, solo mettendo in pratica questi concetti, potrai davvero iniziare a vedere finalmente internet come un mare da cui pescare tanti bei pesci, e non come un buco nero che risucchia soldi continuamente ed inutilmente.
Come avrai modo di notare, questo articolo è bello lunghetto; inoltre, imparare questi concetti, sperimentarli e verificare che funzionino, ha richiesto molto sudore e fatica da parte mia.

Creare un sito web professionale di successo: la guida all’uso

Perché ho scritto questo articolo.

L’Italia è uno degli stati con la più alta diffusione in assoluto di Piccole e Micro Imprese nel proprio tessuto economico.
Le Piccole e Micro Imprese sono tutte quelle aziende costituite da 1 persona (come i consulenti o i liberi professionisti) fino ad un massimo di 50 addetti; sono, cioè, tutte quelle aziende che non hanno fatturati altissimi, hanno entrate limitate, e quindi poche risorse economiche per potersi permettere di avere al loro interno un reparto dedicato alla comunicazione, al marketing ed al web.
Questo cosa significa?
Questo significa che, spesso, le decisioni relative a questi aspetti vengono prese da persone che in realtà si occupano (soprattutto) di altro e che non sono ferratissime in materia. Ed in più devono decidere se, e come, approcciarsi al web tra 1.000 altre faccende e responsabilità.
In questo modo avviene che il titolare, od il responsabile di turno, decide quale tipo di sito web aziendale realizzare NON sulla base delle proprie competenze marimettendosi a quello che gli viene detto dal rappresentante di turnomagari quello con la parlantina migliore tra tutti quelli che ha ascoltato, e che è riuscito a convincerlo che la web agency che rappresenta può fare al caso suo.
Per questo motivo, a causa di decisioni prese senza avere tutte le competenze necessarie, misunderstanding di vario tipo e disguidi comunicativi, le aziende si trovano a fare investimenti sul web chepiù spesso di quanto pensiamosi rivelano degli autentici buchi nell’acqua o, se vogliamo vederla dal punto di vista economico, delle emorragie di liquidità dalle casse aziendali senza alcun ritorno economico.
In tutti gli altri casi, se la persona in questione si rende conto di non essere sicuro al 100% di ciò che sta per acquistare, e non ci ha capito più di tanto di tutti quei termini strani che escono ogni volta che si parla di web, semplicemente cerca di minimizzare il rischio puntando al risparmio assoluto.
Sceglie la proposta più economica e quasi sicuramente non avrà un ritorno economico concreto perché, per ovvi motivi, con budget ridicoli non si può stendere una strategia di web marketing degna di tale nome.
Possiamo quindi concludere che, i casi in cui un investimento nel web da parte di un’azienda soddisfa al 100% le aspettative dell’imprenditore sono, ad oggi, solamente una minoranza.

Creare un sito web da zero che abbia successo senza rimetterci soldi… Come risolvere il problema?

Tutto il mondo afferma che oggi la più grande opportunità per le aziende è offerta da internet; ma solo il 60% delle aziende italiane con più di 10 addetti ha un sito internet. Come è possibile?!
Sì. Com’è possibile che così poche azienda siano interessate a creare un sito web?
Il fattore alla base di questa situazione è solo uno: scarsa conoscenza/consapevolezza di internet e delle sue dinamiche da parte degli imprenditori.
In questo articolo colmeremo questo “gap” dandoti una bussola con cui muoverti quando dovrai parlare e prendere decisioni riguardo a siti aziendali, dinamici, statici, pubblicità CPC, posizionamento Google, pubblicità su Facebook, remarketing e altri ammenicoli.
Già, perché tutte queste cose sono strumenti ottimi ma, se non si ha una conoscenza basilare di come funzionano, il rischio è quello di usarli in modo improprio e senza ottenere risultati.
Questo articolo, con le informazioni che contiene, potrà quindi farti guadagnare dei bei soldini onel peggiore dei casi, te ne farà comunque risparmiare e non te ne farà spendere inutilmente.
Ti interessa creare un sito web gratis (o quasi)? Benvenuto, questo è l’articolo che fa per te.

Creare un sito web aziendale per il tuo business: le tre categorie che devi conoscere.

La prima categoria è quella dei siti più semplici, economici e diffusi:

Creare un sito “vetrina”. Sì, ma cos’é?

Un sito vetrina è, sostanzialmente, un sito internet dove si presenta l’azienda, i servizi o prodotti offerti, le peculiarità del proprio servizio ed i recapiti per mettersi in contatto con l’azienda ed i responsabili di ogni dipartimento.
Spesso, questi siti hanno sezioni dedicate a cataloghi, gallery fotografiche, listini, brochure e altre risorse informative sull’azienda ed i suoi prodotti/servizi.
Creare un sito web “vetrina” significa guarnirsi di uno strumento, non tanto di marketing, quanto piuttosto di ottimizzazione logistica: si raggruppano una serie di risorse utili a chi si deve interfacciare con l’azienda in questione e, grazie al sito,si semplificano le comunicazioni e si abbatte l’onerosità dei contatti con fornitori e clienti.
Per fare un esempio, ti posso dire che un sito aziendale che raggruppa recapiti, listini, cataloghi, e altro materiale di questo tipo semplifica non poco la vita a segretarie e agenti: quando un cliente chiede queste informazioni, anzichè inviare una mail tutte le volte con la risorsa che gli serve, agenti e segretarie possono semplicemente indicargli la sezione sul sito che la contiene e sarà poi il cliente che, in autonomia totale e senza far perdere tempo ai tuoi dipendenti, andrà sul sito a scaricarsela.
Se poi i cataloghi o i listini subiscono delle modifiche, non sarà necessario re-inviarli a tutti: sarà sufficiente aggiornare il file del catalogo caricato sul sito e tutti i clienti potranno scaricheranno automaticamente il catalogo aggiornato.
I siti vetrina, quindi:
  • Migliorano l’immagine aziendale
  • Semplificano la vita a segretarie e commerciali
  • Facilitano le comunicazioni
I siti vetrina semplificano un sacco la vita aziendale ma, nella maggior parte dei casi (il 98%, per intenderci) sono molto poco efficaci dal punto di vista della vendita, cioè mancano di quel fattore che gli permette di catturare i visitatori e trasformarli in clienti che spendono i loro soldi in quella precisa azienda.
Un sito vetrina è, appunto, come una vetrina:
Per attirare clienti nel negozio la vetrina deve essere allestita in un certo modo: cioè deve essere invitante, bella e deve saper catturare l’occhio dei passanti.
Inoltre, una vetrina deve essere vista: se la tua vetrina si trova su una stradina sperduta di campagna dove passa 1 auto ogni mezzora, per quanto bella ed invitante sia, non ti riempirà certamente il negozio di clienti.
Allo stesso tempo, nemmeno una vetrina bella e su una strada trafficata ti garantisce un buon flusso di clienti!
Ad esempio, se il tuo negozio è una boutique di lusso, dovrai posizionare la tua vetrina in luoghi frequentati da gente danarosa, perché se la posizioni in una qualunque cittadina industriale senza turisti, ed abitata da operai ed impiegati, non avrai successo.
Come avrai intuito da questo banale esempio, quello che serve ad un sito per poter generare vendite è un mix di fattori, e per avere il mix giusto che genera fatturato tramite internet bisogna prendere a riferimento un altro tipo di siti:

I siti “commerciali”

Questo secondo tipo di siti web si differenziano dai “siti vetrina” per la loro funzione principale che NON è solo quella di presentare l’azienda e fornire risorse utili ma, come dice il nome, sono progettati e aggiornati continuamente per avere risultati performanti dal punto di vista della loro capacità di generare fatturato.
Che utilità ha creare un sito web “commerciale”?
Semplice, attirare i visitatori giusticioè quelli che possono essere realmente interessati al prodotto o servizio che produce l’azienda.
Infatti, ciò che conta veramente non è il valore assoluto del numero di visitatori che un sito ha ma la “qualità” di questi visitatori.
Ad esempio: se un’azienda produce arredamenti di lusso è inutile investire in pubblicità che attiri gli stessi utenti del sito Ikea, perchè chi visita il sito Ikea è tendenzialmente una persona che cerca arredamenti economici e non troppo esclusivi, mentre all’azienda in questione servono solo quei visitatori che cercano tutto l’opposto dei primi.
Un sito web commercial fa fare al visitatore il percorso giustoda internet alla porta della tua azienda.
Cosa significa? Significa che, spesso, le persone non comprano da un’azienda dopo aver visto il suo sito per vari motiviperché trovano troppe informazioni, o troppo poche, o le trovano disposte in modo disordinato.
Quindi, perché un sito sia in grado di trasformare più visitatori possibili in clienti reali, c’è bisogno che dia la quantità giusta di informazionispiegata nel modo più adatto al tipo di pubblico che intendiamo catturare, e (questo è fondamentale) li convinca a compiere un’azione: chiedere un preventivo, comprare qualcosa o prenotare una prevendita sono ottimi esempi.
In questo tipo di siti web, è difficile trovare una sola pagina dedicata ad un singolo prodotto o servizio. Spesso, lo stesso prodotto/servizio è presentato in pagine diverse, ognuna con contenuti, testi, immagini e Call To Action diversi a seconda del pubblico che vuole catturare.
Facciamo un esempio fingendo che tu abbia un’azienda che produce materassi ortopedici che fanno miracoli per guarire chi soffre di mal di schiena. Facciamo finta che questo prodotto si chiami “SaluteMat”.
Nel tuo caso, il tuo eventuale sito deve prevedere che arriveranno diversi tipi di visitatori e predisporre delle pagine web che, anche se parano dello stesso prodotto, lo fanno in modi diversi e con scopi diversi.
Nello specifico, possiamo fare un esempio distinguendo due casi:
  1. Chi conosce già la tua azienda ed il tuo prodotto, e ti trova cercando su Google “materassi salutemat”: ti cerca perché è probabilmente interessato ad acquistare il prodotto e quindi bisognerà predisporgli una pagina web in cui troverà il listino ed una funzione per effettuare l’ordine d’acquisto direttamente online (prima che gli passi l’interesse!); al massimo, se non si vuoi effettuare la vendita online, gli fornirai il modulo per fissare subito un appuntamento con un commerciale che lo incontrerà nei giorni immediatamente successivi e lo aiuterà a compilare il contratto.
  2. Chi non ti conosce, e magari ti trova cercando su Google “come prevenire il mal di schiena” o perchè ha visto un tuo banner pubblicitario su Facebook che prometteva di fornirgli una soluzione per prevenire i dolori alla schiena: in questo caso, si tratta di persone che non conoscono il tuo prodotto e la tua azienda, e cercano informazioni generiche riguardo al loro problema.Saranno utenti predisposti all’acquisto immediato tramite il sito? Al 99% dei casi, no!Quello che bisogna fare, in questo caso, è dargli le informazioni giuste per incuriosire l’utente e convincerlo a fissare un appuntamento di vendita in cui un tuo agente gli parlerà meglio del prodotto e chiuderà la vendita.
Nota: questi sono due esempi. Ce ne potrebbero essere molti di più, ma questo non vuole essere uno studio scientifico ma una semplificazione che ti aiuta a capire il concetto: ogni tipo di utente va accolto sul sito nel modo più adeguato alle sue esigenze specifiche.
Il segreto del successo di un sito commerciale è che, per eseguire bene il suo compito, abbia un buon numero di visitatori.

Creare un sito web e portargli visitatori. Sì, ma come?

Dandogli visibilità ovviamente.
Come si ottiene visibilità? In tanti modi.
I due più usati sono Google e Facebook.
La cosa importante da sapere è che Google e Facebook sono molto diversi tra loroe molto diversi sono i tipi di visitatori che ti portano. La cosa che hanno in comune, invece, è che per funzionare richiedono entrambi degli investimenti.
Per non rischiare che qualche lettore di questo articolo sprechi soldi usando uno dei due, o entrambi, in modo improprio ne parleremo brevemente.

Come funziona Google

La gente che ha un problema lo scrive su Google, e Google gli dà una serie di siti che promettono di risolvere quel problema.
Il tipo di problema che le persone vogliono risolvere, si intercetta tramite le “parole chiave” cercate dalle persone su Google.
Questo tipo di ricerche rappresenta la cosiddetta “domanda consapevole” del mercato.
Per questo motivo, è importantissimo, anzi, fondamentale che quando decidi su quali parole chiave renderti visibile su Google, tu scelga quelle giuste.
Riprendendo l’esempio di prima, chi cerca su Google “come prevenire il mal di schiena” non ha lo stesso problema di chi cerca “come guarire il mal di schiena”!
Nel primo caso, probabilmente si tratta di persone che hanno sofferto di mal di schiena e cercano qualcosa che non glielo faccia ritornare in futuro; quindi si tratta di contatti ottimi per te che vendi materassi che funzionano nel lungo termine.
Nel secondo caso, invece, molto probabilmente si tratta di persone che hanno mal di schiena nel preciso momento in cui scrivono, quindi cercano un medicinale o qualcosa che li faccia guarire dal mal di schiena SUBITO, e non dopo 2 mesi.
Per questo motivo, questo genere di pubblico, per te che vendi materassi sarebbe “fuori target“; cioè non sta cercando quello che promuovi nel tuo sito e sarebbe praticamente inutile, nel caso dell’esempio, investire su questa parola chiave.
Un’altro fattore fondamentale del successo del posizionamento su Google di un sito è che le parole chiave per cui ti posizioni siano ricercate dalle persone.
Se una determinata combinazione di termini non è cercata da nessuno, è inutile essere primi in quelle ricerche.

Chiaro?

Come funziona Facebook

Facebook funziona al contrario di Google.
Chi ha un problema non lo cerca tramite Facebook. Ma chi sta su Facebook ha certamente dei problemi irrisolti. La cosiddetta “domanda latente“.
Cosa significa?
Significa che una persona che sta su Facebook potrebbe aver sofferto di mal di schiena nei mesi precedenti, e probabilmente vorrebbe evitare di soffrire di nuovo di mal di schiena in futuro, ma non essendo un problema impellente nel “qui ed ora”, non se ne preoccupa più di tanto.
O magari, in alcuni casi, la persona pensa che non ci sia alcuna soluzione che lo possa prevenire e quindi non si preoccupa di cercare informazioni a riguardo.
Se però, mentre naviga tranquillamente su Facebook, trova davanti ai propri occhi un annuncio accattivante che gli promette di prevenire il mal di schiena, TAC! Gli si accende una lampadina nel cervello:
“Mah, vediamo cos’è sta roba… Visto che due mesi fa ero inchiodato a letto con il mal di schiena magari mi può aiutare a far sì che non capiti più”.
L’utente clicca sull’annuncio Facebook, finisce sul tuo sito, sul tuo sito viene informato ben bene riguardo alle proprietà del tuo prodotto e, se lo avrai stimolato a sufficienza, fisserà un appuntamento con un commerciale e probabilmente acquisterà.
Si tratta di un cliente che, senza questa intercettazione della sua domanda latente tramite l’annuncio Facebook, non avresti mai potuto acchiappare!
A questo punto rimane una cosa da chiedersi:

Creare un sito web e convincere i visitatori a fare ciò che vogliamo noi. (Ecco come)

Per convincere i visitatori della validità del tuo prodotto, della qualità della tua azienda, e dell’efficienza del tuo servizio, c’è bisogno di due cose:
NUMERO 1
Una persona che sappia come e cosa dire ai visitatori per non farli impaurire di fronte ad una pagina fitta di testo
, e senza farli scappare dal sito dopo 20 secondi, e che sappia stimolarli a dovere per convincerli a contattarti o ad acquistare.
Questo tipo di persone le trovi rivolgendoti a copywriter specializzati nel webmarketing (o semplicemente rivolgendoti a web agency e webmaster specializzati in questo, come ad esempio SitoFuoriclasse di Luca o Restart di Dario Vignali)
NUMERO 2Di creare un sito web dotato di pagine web gradevoli e orientate alla vendita: le cosiddette “landing page”. Per sapere cosa è una landing page e come realizzarne una gradevole e ben strutturata vedi questa guida di Dario.
Per concludere, quindi, possiamo dire che i siti commerciali sono ottime macchine che “generano fatturato.
C’è da fare un’ultima osservazione però; cioè che, statisticamente, acquisire un nuovo cliente costa, in termini di marketing, 10 volte di più che effettuare una vendita ad un cliente che ha già comperato da te in passato.
Per questo motivo, una cosa da non tralasciare assolutamente è l’uso del proprio sito aziendale per fidelizzare i clienti e continuare e vendergli il tuo prodotto o servizio, o delle sue varianti, facendo il cosiddetto “upselling”.
Questo obbiettivo si raggiunge principalmente attraverso due componenti di un sito web: il blog aziendale e la newsletter.
La guida per diventare l’idolo dei tuoi clienti e farli comprare sempre più spesso.
Per poter effettuare più vendite nel tempo ai tuoi clienti, e vendere per importi sempre crescenti, devi avere la fiducia dei tuoi clienti.
Il modo più semplice per ottenere la fiducia dei tuoi clienti è mentenere costantemente i contatti con loro, fornendogli, di tanto in tanto, informazioni utili e di valore.
In questo modo, oltre a ricordargli saltuariamente il nome della tua azienda e ciò che fai, loro potranno assaporare il tuo “sapere” e diventerai una figura sempre più autorevole ai loro occhi.
Su questo argomento, per poterlo sviscerare in maniera completa, bisognerebbe aprire un dibattito dedicato lungo anni.
In ogni caso, proprio in questo momento, hai l’enorme fortuna di leggere questo articolo sul blog di uno dei più grandi esperti del settore: Dario Vignali.
A questo punto, va fatta una constatazione: non tutti i tuoi clienti andranno periodicamente a leggere il tuo blog e divorare i tuoi contenuti. Probabilmente la maggior parte di loro, dopo avergli dato un’occhiata veloce, se ne dimenticherà.
Per questo motivo, è fondamentale che sia tu stesso a dirottare i tuoi clienti sul tuo blog in maniera elegante e professionale. Allo stesso tempo, devi anche garantirti che anche coloro che non andranno a leggere il tuo blog possano comunque leggere i tuoi contenuti.
A questo obbiettivo ci puoi arrivare creando una tua newsletter, a tuo nome o a nome della tua azienda.
L’unico aspetto veramente importante della creazione di una newsletter, è che non è sufficiente crearla dal punto di vista tecnico. Infatti, è molto più importante che le mail che manderai ai tuoi clienti abbiano il contenuto giusto per essere considerate:
  • Interessanti
  • Di valore
  • Utili
Se mancherà anche uno solo di questi fattori, te lo garantisco per esperienza, le persone si cancelleranno dalla newsletter e il suo magico potere di “generare fatturato” sarà praticamente nullo.

Creare un sito web aziendale che produca risultati: le nostre conclusioni. 

Arrivato a questo punto, dopo tutte queste informazioni, ti starai chiedendo qual è il prossimo passo da fare per poter iniziare a far impennare i fatturati della tua azienda grazie ad internet ed al tuo sito aziendale.
Innanzitutto, devi sapere che avere un buon sito internet, con una buona newsletter e magari pure un bel blog aziendale, ti farà arrivare tanti bei contatti interessanti.
Questi contatti interessanti, però, devono diventare clienti reali che spendono i loro soldi DA TEaltrimenti sarà stato tutto inutile!
Per questo motivo, se vuoi essere sicuro di sfruttare questi contatti al 100%, senza rischiare di perdere delle vendite importantissime a causa di imperfezioni nella trattativa, ti consiglio di scaricare la mia Guida Rapida in PDF che contiene le 4+1 Tecniche Sleali per aumentare esponenzialmente le vendite derivanti dalle richieste di preventivo.
La trovi a questa pagina e, per averla GRATIS al 100%, è sufficiente che inserisci la tua e-mail nel form iscrivendoti alla newsletter di SitoFuoriclasse.
Il secondo passo da fare, se vuoi avere davvero risultati notevoli e vuoi trovare e-mail di richieste da parte di clienti ogni mattina quando accendi il pc, è mettere in pratica tutto quello che hai letto in questo articolo e negli articoli linkati a riguardo dei singoli argomenti.
Se dovessi avere dubbi o domande, approfitta della sezione commenti qui sotto!
Dario infatti è letteralmente un mago di internet e di come sfruttare la rete per trovare clienti e guadagni.
Se poi vorrai leggere strategie di web marketing specifiche, pensate e scritte direttamente dal punto di vista degli imprenditori, per gli imprenditori, troverai un sacco di articoli da cui cominciare sul blog di SitoFuoriclasse.